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Pubblicato: 08 Ottobre 2014
Nel “ resoconto culturale di un secolo…, é giustificata la preponderanza della poesia, o, quanto meno, della letteratura ?... tanto spazio concesso all’immaginario, in un itinerario novecentesco, non è un po’ sfrontato ? Non è controtendenza, nell’aurora di un terzo millennio che nasce all’insegna della cibernetica, della biotecnica, della globalizzazione ? No, io credo proprio di no, perché l’immaginario di cui si nutre la poesia è vitale per il nostro spirito, come lo è, per il nostro corpo, l’aria che respiriamo; perché la poesia conserva, nella inesausta convertibilità della sua materia, la memoria degli uomini, cioè la loro identità, che più che di certezze si nutre di sogni, di speranze, di ideali.
…La letteratura, la poesia, esprimono l’autenticità, la libertà dell’uomo proprio perché contraddicono all’arida massima leibniziana “ nihil est sine ratione “, perché il calcolo, la verità assoluta, matematica, rendono il mondo piccolo, tarpano le ali della speranza, insinuano la depressione, tolgono, insomma, la gioia, il piacere della vita, disponendo a quel rischio denunciato dal più geniale pensiero moderno e contemporaneo, da Leopardi a Nietzsche, da Schopenhauer a Heidegger, da Cioran a Kundera, al rischio, cioè, dell’“ oblio “ o della “ insostenibile leggerezza dell’essere “, all’“ inconveniente di essere nati “ o, alla “ caduta nel tempo “. L’uomo, più che di certezze, ha bisogno, soprattutto oggi, di sogni e di immaginazione; e la saggezza, il fascino, la bellezza della letteratura, la sua intramontabile attualità, va vista proprio nella denuncia del relativismo di ogni verità, della sostanziale relatività delle cose umane, il che é il più rassicurante e gratificante viatico dell’uomo di ieri, dell’uomo di oggi e di quello di domani. E allora non indaghiamo da quale parte stia la ragione, se da quella di Don Chisciotte o da quella di Sancho, di Karenin o di Anna, di K o dei suoi inquisitori; non dispensiamo giudizi di condanna o di assoluzione su Emma Bovary… Magari in questa condizione di permanente sospensione si ridimensioneranno le nostre certezze e cresceranno le nostre insicurezze, ma indubbiamente si dilateranno gli orizzonti della nostra anima e si consoliderà la nostra sintonia col mondo e con la vita “ .
Per ricordare i tratti del suo luminoso ed illuminante passaggio, non ho trovato parole migliori di queste sue, di Renzo, del Prof. Scarabello.
Credo sia un testo tra i più alti ed ispirati del suo magistero letterario e di certo un indice significativo al massimo della elevatezza e nobiltà del suo animo e della sua visione del mondo.
Sono parole che richiamano i suoi amati poeti Leopardi, Rilke, Borges, ch’egli amava citare parlando della proprietà immaginifica della poesia.
Ho voluto richiamarle quelle parole e rileggerle come un suo lascito spirituale, che rende onore a lui che l’ha formulato e che resta affidato a noi come testimonianza viva del suo umanesimo, che fu certamente cristiano, attese le sue intime e profonde convinzioni, ma che è anche laico perché fondato sulla forza visionaria e trasformatrice della letteratura e della poesia.
Questo non è che un breve saluto, un semplice atto di omaggio giacché - se pure dell’immenso valore e dell’efficacia nel tempo della sua opera nella formazione e preparazione alla vita dei suoi allievi attraverso le armi della poesia e della letteratura abbiamo già raccolto una testimonianza ascoltando le intense, commosse e commoventi parole di ricordo e di gratitudine che Rossella Palmieri gli ha rivolto nella cerimonia di commiato all’Annunciazione - giacché, dicevo, è presto per abbozzare anche solo una prima risposta all’interrogativo circa il valore e il significato profondo della sua presenza e del suo impegno nella scuola e nelle istituzioni culturali di questa città e di altri luoghi.
Ma questo possiamo già dire come suoi amici:
che alimentò il pensiero e il fuoco dell’immaginazione nelle menti dei suoi studenti - e molti dei nostri figli lo furono; che destò stupore e meraviglia in coloro che ebbero la fortuna di ascoltare le sue appassionate letture e recitazioni di poeti; che seppe trarre poesia anche dai momenti e dalle occasioni più semplici della vita quotidiana, nella famiglia e tra gli amici, dal vino, dai funghi, dalle erbe …. tra le quali sapeva muoversi come tra i versi di Dante .
Addio Renzo. Walter Celentano
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