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Il controverso disegno di legge in materia di famiglia con riguardo all’affidamento dei figli, più noto come DDL Pillon, è stato il tema di un approfondito pubblico dibattito organizzato con formula interclub dai Rotary Club Foggia (promotore), Rotary Capitanata e Rotary Manfredonia, svoltosi il 28 marzo 2019 nella Sala del Tribunale di Palazzo Dogana, con il patrocinio della provincia di Foggia e del Comune del capoluogo.

L’impegnativo tema del convegno “L’affidamento dei figli nel DDL Pillon tra velleità e incompetenza” è stato presentato dall’avvocata Maria Rosaria Emma Judice (componente del comitato per le pari opportunità dell’ordine forense di Foggia, oltre che socia del Club promotore) con le relazioni del magistrato dott. Costanzo Mario Cea (già Presidente della I Sezione Civile della Corte di Appello di Bari e del Tribunale di Foggia), e della dott.ssa Adelaide Franca Minenna (psicologa, psicoterapeuta e criminologa).

Presenti, inoltre, il Presidente del Rotary Club Foggia Angelo Michele Corbo, il Presidente del Rotary Club Manfredonia Andrea Pacilli, Antonella Riccardo per il Rotary Capitanata, nonché l’assistente del Governatore del Distretto Rotary 2120 Francesco Corvelli, unitamente ai componenti di staff Maria Teresa Cavalli e Saverio De Girolamo.

Dopo i saluti ed i ringraziamenti di rito alle autorità rotariane ed ai presenti da parte del Presidente Corbo, i lavori sono stati aperti dall’avvocata Judice che ha voluto rappresentare il perdurante divario del ruolo della donna nelle professioni e le costanti difficoltà nell’ambito delle pari opportunità, accennando quindi agli aspetti salienti del contestato disegno di legge sull’affido condiviso dei figli di genitori separati. Entrando così nel fulcro del tema del dibattito, ha dato la parola al magistrato Costanzo Mario Cea che ha esordito citando una frase tratta da “Anna Karenina” di Lev Tolstoj: “Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”. E qui chiama in soccorso il legislatore per porre rimedio agli insuccessi della riforma del 2006 al fine di far riconoscere come assolutamente prioritari i diritti dei minori, senza alcuna discriminazione (figli di genitori coniugati e non) e che la conflittualità, spesso esasperata, tra padri e madri non si riverberi come danno per i minori. Scambi di battute con l’altra relatrice, la dott.ssa Minenna che si inserisce nel dibattito.

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Il comune denominatore di tutte le separazioni in presenza di prole è rappresentato – ha sostenuto la psicologa - dal drammatico e pessimo equilibrio psichico dei minori, dal loro forte disorientamento di non avere una base sicura e precisi riferimenti, dal mancato innesto del processo di consapevolezza nel bambino di essere a conoscenza. Inoltre, non è essenziale la quantità del tempo trascorso con i figli, bensì la qualità del rapporto di amore e comprensione sinceramente profusi. Altro importante concetto da tener sempre presente: affidamento non vuol dire spartizione. Tutto questo dovrebbe trovare risposta nella cosiddetta “mediazione”.

Incalza il dott. Cea: “La mediazione prende atto della crisi coniugale e dell’interruzione di un dialogo. Obiettivo deve essere la ricostruzione del dialogo (non significa riconciliazione) per evitare che il conflitto tra i partner diventi un conflitto genitoriale. Nel contempo il mediatore ha anche il dovere della riservatezza e non può parlare senza il consenso delle parti. Allora, quali protezioni di fronte ad episodi di violenza domestica, dove il minore ed il genitore debole diventano bersaglio del genitore forte?”

Soggiunge l’avvocata Judice: “Ciò è in palese contrasto con la Convenzione di Istanbul secondo cui non puoi nascondere quanto a tua conoscenza in violenza!”.

Conclude il dott. Cea con una sintetica disamina su altri aspetti controversi del contestato disegno di legge (piano genitoriale, PAS sindrome alienazione parentale, fenomeni di manipolazione del minore), dando infine spazio ad interventi da parte dei presenti tra i quali citiamo la dott.ssa Alfonsina De Sario - Dirigente della Sezione Minori della Questura di Foggia-, del rotariano Saverio De Girolamo e di Ernesto De Maio (in rappresentanza di 2 associazioni cittadine).

Michele Chiariello

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