8 copia copiaStili di vita inappropriati, alimentazione disordinata e talvolta sovrabbondante, scarsa attività fisica sono alla base di un problema nient’ affatto trascurabile della società moderna: l’obesità con conseguente insidia del diabete mellito.

Da tempo il Rotary International è attivissimo anche su questo fronte. Tra le iniziative che si rinnovano annualmente anche il service dei tre Club di Foggia, poi esteso anche agli altri Club del Distretto 2120: “Prevenzione dell’obesità e del diabete mellito”.

 

Sul tema, sabato 19 gennaio, presso la Scuola Media “Giovanni Bovio” di Foggia, si è svolto un incontro con ben 12 classi di studenti (che nel prossimo mese di febbraio saranno destinatari di un questionario di 60 domande per approfondimenti circa le abitudini alimentari e non) al fine di offrire ai giovani una maggiore conoscenza delle origini e dei rischi del problema che finisce con il provocare danni alla salute, ponendo anche condizionamenti nel futuro della vita.

Dopo le presentazioni degli ospiti da parte della Professoressa Fatima Fatone, delegata al progetto per la scuola ospitante, il Presidente del Rotary Club Foggia, dott. Angelo Michele Corbo, ha ringraziato quanti hanno collaborato alla realizzazione del service, lasciando al Prof. Ing. Nicola Auciello (ideatore, promotore e focal point)  il compito di una sintetica illustrazione dell’iniziativa estesa anche ad altre 5 scuole del capoluogo, ed al dott. Francesco Corvelli - Past President ed Assistente del Governatore – che ha reso testimonianza del tangibile apprezzamento del Distretto su quanto sinora fatto dai Club di riferimento.

Prima di parlare di obesità, occorre risalire all’origine e quindi trattare, apparente paradosso, il concetto di fame. È quanto ha sostenuto la dott.ssa Simona Padalino, psicologa, che si è soffermata sulla distinzione tra “fame fisica” e “fame emotiva” perché da quest’ultima partono le motivazioni ed i pensieri disfunzionali che poi generano il problema in questione.

 

Secondo la psicologa, il piano d’azione per evitare di cadere nella trappola della “fame emotiva” si basa su 3 punti: svolgimento di attività fisica, superamento di ostacoli per favorire il raggiungimento di obiettivi, avere un atteggiamento vincente. La dott.ssa Padalino ha quindi voluto concludere invitando ad una riflessione sulla frase “Se fai quel che hai sempre fatto, otterrai quel che hai sempre ottenuto”, con implicita stimolazione al cambiamento se necessario.

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L’intervento successivo è stato tenuto dalla dott.ssa Gabriella Marciello, medico pediatra nonchè socia dell’Inner Wheel di Foggia, che ha evidenziato la preoccupazione di come la Puglia sia al 2° posto in Italia per numero di soggetti in sovrappeso ed individui obesi. Rivolgendosi ai numerosi giovani presenti, li ha quindi esortati ad assumere comportamenti di prevenzione come limitare l’uso dei Fast Food ma, al contrario, consumare frutta e verdura e fare ricorso alla dieta mediterranea distribuiti in 5 pasti, dormire 10 ore, non trascorrere giornalmente più di 2 ore davanti a video/computer, evitare bevande zuccherate, alcoliche e soprattutto “energy drink”, svolgere una regolare attività fisica.

La dott.ssa Marciello ha poi parlato delle differenti forme di obesità (iperplastica quella genetica, ipertrofica quella modificabile perché provocata dalla sproporzione tra calorie ingerite e quelle consumate), nonché dei conseguenti severi danni provocati al nostro corpo, richiamandosi ai consigli contenuti nel decalogo antiobesità predisposto dall’Associazione Medici Pediatri.

Si parla, insomma, di “globesità”. Quindi, ha concluso la dott.ssa Marciello, la necessità di un forte coinvolgimento famiglia-scuola-sanità per mantenere alta l’attenzione su questi aspetti di educazione alimentare e di stile di vita soprattutto tra i giovani.

Punti condivisi anche dall’ultimo relatore, il dott. Giuseppe Macchiarola, Responsabile di Medicina dello Sport presso l’ASL di Foggia, che si è soffermato sulle differenze tra attività fisica motoria ed attività sportiva (quest’ultima declinata anche nella forma agonistica).

Insomma, va bene tutto purchè si faccia. Meglio se in strutture dotate di attrezzatture controllate e sotto la guida di personale qualificato. I giovani hanno il diritto di scegliere lo sport che più li attira, senza preclusioni o pregiudizi, purchè abbiano il ritorno di ferree cognizioni sui valori di lealtà, correttezza e rispetto delle regole.

Michele Chiariello

 

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