inaugurazione statua foto d Michele Sepalone

foto di Michele Sepalone

 

Negli ultimi giorni di agosto del 2013 io e mia moglie Antonella, passeggiando di sera nel centro di Trieste, ci siamo imbattuti dapprima in Umberto Saba e quindi in James Joyce: due statue “da strada”, senza piedistallo, di dimensioni normali. Fummo felicemente stupiti dell’incontro e commentammo che questo tipo di scultura si inseriva perfettamente nell’arredo urbano.

Da una immediata ricerca sul web apprendemmo che le “statue da strada” sono in moltissime città del mondo. Ve ne sono di bellissime e consiglio tale ricerca a tutti.

Tornati a casa mostrammo le foto, parlandone con parenti ed amici e Valerio Jarussi,amico di sempre ed oggi anche mio cognato, ne fu molto interessato e mi disse che da anni pensava ad una statua da installare nella stazione ferroviaria che celebrasse il ritorno a casa. Mi chiese anche se fosse possibile darle il volto di un personaggio, anche vivente.

Sapevo che avrei presieduto il Rotary Club Foggia nell’anno sociale 2014/2015 ed immediatamente pensai a celebrare il sessantesimo anno dalla fondazione del Club con il dono alla città di una statua. Video integrale dell'Inaugurazione statua " Ritorno a casa" foto targa

 

 

Valerio mi mise in contatto con il maestro Leonardo Scarinzi ed insieme facemmo un progetto.

Perla verità pensavamo di dare al volto le fattezze di un personaggio famoso, solo una idea non una dedica,...ma il personaggio in questione ha scaramanticamente rifiutato, per cui il volto della statua è anonimo ed a risultato raggiunto devo dire che è stato certamente meglio così.

Non dirò quanti incontri, quante parole e quanti pensieri ci sono stati, ma vi dirò che il progetto ha immediatamente visto entusiasta il Sindaco Gianni Mongelli,che lo ha autorizzato, e subito dopo il Sindaco Franco Landella che ne ha favorito la installazione.

L’abbiamo inaugurata sabato 18 ottobre ed abbiamo avuto il piacere e l’onore della presenza di Luigi Palombella, Governatore del Distretto 2120 del Rotary International, che ha avuto parole gentilissime per l’iniziativa paragonandola a quello che fu il primo service del Rotary International, direttamente voluto dal nostro fondatore Paul Harris.

“Ritorno a Casa” è il nome dell’opera ed intende celebrare non solo chi ritorna ma anche chi resta: la nostra città, come tutte le città, ha bisogno delle proprie eccellenze e delle proprie intelligenze ed a mio parere chi resta ha eguale se non maggiore coraggio di chi parte.

La statua ha i piedi poggiati in terra quasi alla ricerca di radici fisiche cui collegarsi.

Inoltre è un simbolo della accoglienza che la nostra comunità ha profuso e profonde quotidianamente, un messaggio di benvenuto a chi ha dovuto lasciare la propria casa per necessità con l’augurio di tornarci in condizioni più favorevoli o di trovarne altra.

Ci hanno insegnato che l’opera d’arte non racchiude solo il messaggio dell’artista che la realizza e del committente: sono i fruitori dell’opera che devono darle il significato percepito, per cui ognuno di noi potrà leggere nell’anonimo viaggiatore ciò che vuole e sente.

La statua è stata posizionata sul piazzale Vittorio Veneto: l’anonimo è appena uscito dalla stazione e si ferma, prima di attraversare le strisce pedonali,guardando il viale XXIV maggio.

Anche l’allocazione ha i suoi motivi.

La vocazione ferroviaria di Foggia è nota a tutti: importantissimo nodo ferroviario e città di ferrovieri. Chi di noi non ha o non ha avuto un parente ferroviere? Io stesso sono nato qui perché mio nonno, originario della provincia di Macerata, fu trasferito a Foggia perché macchinista delle ferrovie.

Inoltre la stazione è il cuore della città a causa dei terribili bombardamenti del 1943, ferita ancora aperta, che videro migliaia di vittime tra i civili.

Da ultimo l’ideale rotariano di servire al di sopra dei propri interessi ci ha indotto a donare alla nostra città il simbolo dell’affetto che nutriamo per le nostre origini, le nostre tradizioni, la nostra storia e custodi ideali della statua sono stati nominati i Fratelli della Stazione, volontari che quotidianamente si occupano di chi quel luogo lo frequenta per necessità e con disperazione. Ed ai Fratelli della Stazione non abbiamo fatto mancare e non faremo mancare il nostro sostegno.

Sin dal primo momento la statua ha trovato benevola ed addirittura divertita accoglienza da parte di tutti ed in queste prime ore ho saputo e verificato personalmente il flusso continuo di cittadini che si fermano ad osservare, la fotografano e si fotografano ……ieri sera ho incontrato quattro mamme con molti bambini che mi hanno detto di avere saputo dell’evento e di avere portato i figli a visitarla….

C'è chi, con arguta intuizione, ha proposto di fare nascere la leggenda metropolitana che il toccarla porti fortuna.....

Non posso, insieme agli amici rotariani, che essere gratificato da tanta attenzione ed orgoglioso che il mio Club abbia pensato e realizzato questo dono.

I social network, così come la stampa tutta, ha accolto l’evento con grandissima attenzione.

Molti i commenti positivi, qualche critica. Ma si sa che davanti ad una tastiera di pc a volte si perde il senso delle cose e si superano limiti che in altri contesti mai si supererebbero: a costoro non posso che dire, con il garbo non ricevuto, che l’opera è un dono e non è stato speso un centesimo di danaro pubblico; che confidiamo nella civiltà di chi questo dono ha ricevuto (siamo sostenitori della “teoria della finestra rotta”); che ove non siano d’accordo con la tipologia, sia dell’intervento che della statua e della sua allocazione, possono impiegare il proprio personale danaro (come ha fatto il Rotary Club Foggia) nel realizzare quanto riterranno invece più bello ed utile e noi plaudiremo la loro iniziativa; che, infine, discutano ma non offendano o augurino gesti vandalici.

Voglio ancora aggiungere che i sentimenti che hanno portato alla realizzazione e quelli che ne conseguono sono anche un tentativo di cancellare la triste frase “fuggi da Foggia”, un ritornello stupido e fastidioso che ci accompagna da sempre e voglio sia definitivamente dimenticato.

Insomma sarà stato anche un gesto poco utile, ma è denso dell’amore per la nostra città.

Giulio Treggiari.

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