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Ancora sul cammino della legalità, tra gli obiettivi primari per l’anno rotariano del Presidente del Rotary Club Foggia Angelo Corbo, venerdì 15 marzo l’incontro con Nino Melito Petrosino pronipote del grande Joe Petrosino, il poliziotto italoamericano famosissimo in tutto il mondo che lottò contro la mafia connection rimettendoci la vita.

 

Introdotto dal Presidente Corbo e coordinato dalle domande del vicepresidente Saverio Di Jorio, il relatore ha raccontato le gesta dell’illustre prozio.

Nato a Padula nel 1860, il padre, unico sarto del paese e benestante per l’epoca decise di emigrare negli Stati Uniti dove il piccolo Giuseppe si evidenzia già ad Ellis Island per la sua capacità di leggere e scrivere.

Cresciuto a Little Italy divenne agente della polizia di New York nel 1883 imponendosi per la passione nel lavoro, l’acume un grande senso di responsabilità e professionalità che gli fecero compiere imprese leggendarie tanto da guadagnarsi l’amicizia personale del Presidente Roosvelt.

Nel 1903 creò un metodo di polizia che è rimasto in piedi per settant’anni!

La sua lotta contro la Mano Nera doveva però concludersi con il suo assassinio il 12 marzo del 1909 a Palermo.

Questi i racconti del figlio della nipote del mitico Joe, a sua volta figlia del fratello più piccolo, il nonno a cui si illuminavano gli occhi quando raccontava di questo eroico fratello.

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Ci racconta dei numerosi film realizzati su Petrosino, dei documentari dei quali i più famosi quello con Adolfo Celi e quello più recente con Beppe Fiorello e ci annuncia l’uscita di un nuovo film interpretato dal Premio Oscar Leonardo Di Caprio.

Tanto non si sa in Italia della fama dell’eroico poliziotto italoamericano, per esempio che negli Stati Uniti oltre al Columbus Day esiste il Petrosino Day, una giornata celebrativa di questo grandissimo personaggio.

Joe Petrosino rappresenta un’icona della legalità entrata a far parte della leggenda per le sue imprese e il suo grande coraggio.

Mandato a Palermo per una missione segreta di indagine tra i legami della mafia americana con quella siciliana, fu ucciso su mandato di Vito Cascio Ferro, il “Padrino” a cui si ispira il romanzo di Mario Puzo. Eppure, racconta il pronipote, aveva avuto l’attenzione di annunciare il suo arrivo firmando il telegramma con un falso nome, Giuseppe Di Giuseppe.

Ma la notizia del suo arrivo in Italia dopo poche ore era già sui giornali!

I racconti sono dettagliati, precisi come ricevuti dal nonno. A Padula esiste ancora la casa di famiglia trasformata in museo, con gli orologi fermi agli orari che scandirono gli ultimi momenti della sua permanenza e dove c’è ancora la valigia lasciata lì dall’eroe poliziotto, in partenza per Palermo ma pronto a tornare per trattenersi ancora un paio di settimane a casa con il fratello. Non tornerà mai più!

La polizia di New York possiede una sede dedicata a lui nel Palazzo dell’Onu. Esistono una strada, una piazza che portano il suo nome. Al suo funerale a Palermo una grande folla accompagnò il carro funebre lungo il percorso e fu trasportato a New York dove ricevette grandi onori. Circa 250.000 persone parteciparono al suo funerale, ricevendo così la consacrazione definitiva di martire per la difesa della legalità.

In questo percorso di legalità il Rotary ha avuto occasione di indagare su episodi del passato che hanno però lasciato un segno così profondo da diventare occasioni di nuova partenza per la lotta alla criminalità.

Sabato 16 marzo l'incontro presso l'Istituto Giannone Masi per gettare il seme della legalità! 

Antonella Quarato

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